Argegno e la sua storia

Argegno ha origine romane, come sembrano dimostrare due lapidi trovate a Brienno che parlano del romano Publio Cesio Archigene incaricato di erigere altari agli dei; da questi sembra derivare il nome del paese.

Posto in un punto di rilevante importanza strategica, l'abitato è stato fin dalla antichità un centro fortificato inserito in un vasto sistema difensivo.

Nel Medio Evo vi furono eretti due castelli. Uno di questi, costruito nel 1270 da Antonio Castello seguace dei guelfi Vittani fu roccaforte nelle sanguinose lotte contro i ghibellini Rusconi. Tale opera viene ricordata nei secoli XI e XII nella cornaca delle guerre civili comensi e lariani. Il forte faceva parte di una linea di difesa ed era collegato con quelli di Sala, Lezzeno e Nesso.

L'altro castello con torre, detta dei Viscardi, (nobile famiglia del tempo) fu eretto al centro del paese; la torre, ultima testimonianza del fabbricato, crollò nell'anno 1876. La parte inferiore è attualmente adibita ad abitazione.

La Parrocchia della SS Trinità risale agli inizi del XX secolo e fu consacrata nel 1929. E' una costruzione in stile neo romanico con facciata a capanna abbellita da un rosone a vetri con figure di Santi, protiro, abside tonda e campanile.

A tre chilometri da Argegno, sulla provinciale che sale a Schignano, sorge l’oratorio della Madonna di Gelpio dove si venera Sant’Anna. Si crede che la costruzione della chiesa sia stata originata da un voto espresso dalla popolazione in tempo di peste. Prima esisteva una cappella dedicata alla Vergine. In seguito attorno alla cappella si costruì la chiesa ampliata in vari tempi e terminata prima del 1600.

La Chiesa di San Sisinnio, appena fuori dal paese sulla strada per San Fedele Intelvi, fino all'anno 1632 fu la matrice della vecchia chiesa SS Trinità. E' di origine romanica, rimaneggiata nel 600 e completata nel 700.

La chiesa ha una importanza storica in quanto sede del compitato rivoluzionario nell'insurrezione della Valle d'Intelvi contro gli austriaci nel 1848.

E' interessante una breve passeggiata nel vicolo Mulini dove verso il 1600 venne costruita la "Roggia Molinara". Era questa roggia un ingegnoso sistema di canalizzazione delle acque del Telo per fornire energia idraulica ai 4 mulini adibiti alla macinazione del frumento, del granoturco e delle castagne provenienti dalle selve della Valle d'Intelvi.

Questi opifici costeggianti l'ultimo tratto del fiume Telo fanno degna cornice allo splendido ponte romanico a sesto acuto, importantissima struttura della vecchia strada Regina.